Sommersi dallo spam

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liv_dem
00mercoledì 15 aprile 2009 15:42
Il 97 per cento della nostra e-mail è «spam». Chi utilizza un buon client di posta elettronica non se ne accorge quasi, grazie ai provvidenziali filtri anti-spazzatura, ma lo spam elettronico ha raggiunto livelli record secondo l’ultimo rapporto sulla sicurezza informatica pubblicato da Microsoft.

NON APRIRE QUELLA MAIL - A farla da padrone tra la posta indesiderata sono le reclame di prodotti farmaceutici, con il 48,6 per cento del totale, seguiti dagli annunci sui mutui. E pensare che, anche grazie a sistemi di filtro come Exchange Hosted Filtering (EHF) di Microsoft, «la maggior parte (dello spam) non arriva nemmeno nella casella di posta» come ha dichiarato Cliff Evans, capo della sezione sicurezza e privacy presso la divisione britannica del colosso di Redmond. Quelle che raggiungono il nostro computer, però, spesso contengono allegati dannosi: nel mondo infatti ogni 1.000 computer sani, ce ne sono 8,6 infettati da virus ricevuti via posta. L’Italia è tra i Paesi meno afflitti: da 2 a 6 computer infetti ogni mille.

CHI INFETTA CHI - Anche Symantec ha reso noti dei dati interessanti: il 28 per cento dello spam mondiale diffuso nello scorso mese (marzo 2009) viene dagli gli Stati Uniti, seguiti da Brasile (9 per cento), India (4 per cento) e Cina (3 per cento). I dati forniti dai Message Labs dell’azienda di antivirus sono leggermente più positivi per quanto riguarda i valori assoluti dello spam, che si aggirerebbe intorno all’81 per cento della posta elettronica. Nel report sono indicati anche i Paesi più afflitti dalla junk mail: Brasile e Russia detengono il podio a livello internazionale, mentre a seguire troviamo i meno sospetti Turchia, Serbia e Montenegro.

PDF E SCAREWARE - Cambiando nazione, cambia anche il tipo di malware, anche se in generale a fine 2008 si è registrato un aumento nell’utilizzo di file .pdf, formato molto comune per un allegato e apparentemente innocuo. Un altro tipo di allegati maligni in crescita sono gli scareware, falsi software di sicurezza che ingannano facilmente gli utenti «mascherandosi» da antivirus e allarmandoli sulla necessità di installare un nuovo sistema di difesa sul computer. Secondo Evans l’unico sistema per proteggersi dai virus delle e-mail è procurarsi sempre le versioni aggiornate dei software di protezione, che vengono costantemente ottimizzati in modo da riparare le precedenti debolezze sfruttate dagli hacker.


fonte corriere.it
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